Area negoziale per i dirigenti militari: cos’è, cosa prevede e qual è la situazione attuale

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L’area negoziale per i dirigenti militari, attiva dal 2017, resta bloccata nei rinnovi contrattuali e priva di effetti concreti. Persistono disparità economiche e normative rispetto al personale non dirigente. SIM Marina chiede al Governo l’avvio immediato delle trattative.

L’area negoziale per i dirigenti militari è stata introdotta nel 2017 nell’ambito del cosiddetto riordino delle carriere (art. 46 del D.L. 95/2017). Riguarda il personale con qualifica dirigenziale delle Forze Armate e delle Forze di Polizia, sia a ordinamento militare che civile.

Per la Marina Militare, i dirigenti militari comprendono gli Ufficiali Superiori (Capitani di Corvetta, Capitani di Fregata, Capitani di Vascello) e gli Ufficiali Ammiragli.

Nonostante siamo entrati nel triennio 2024–2026, non sono ancora state avviate le contrattazioni relative ai trienni 2018–2020 e 2021–2023. Di seguito analizziamo il funzionamento dell’area negoziale, i punti critici e le prospettive attuali.

Cosa si intende per area negoziale

Con il termine “area negoziale” si indica uno spazio di contrattazione riservato esclusivamente ai dirigenti militari, distinto da quello previsto per il personale contrattualizzato. Si tratta di un ambito più ristretto, che non equivale a un vero e proprio contratto collettivo nazionale. Infatti, l’area negoziale riguarda solo le componenti accessorie dello stipendio e la normativa di servizio. Tra le materie oggetto di contrattazione rientrano:

  • Trattamento accessorio
  • Misure per incentivare l’efficienza del servizio
  • Licenze e congedi ordinari e straordinari
  • Aspettative per motivi di salute, famiglia o infermità
  • Permessi brevi personali
  • Permessi e distacchi sindacali
  • Trattamento per missioni e trasferimenti
  • Criteri per formazione e aggiornamento
  • Gestione degli enti di assistenza al personale

Sono invece esclusi, almeno per ora, temi fondamentali come il trattamento di fine rapporto (TFR), le pensioni integrative, la durata massima dell’orario settimanale e la disciplina del lavoro straordinario.

Su questi ultimi punti si sono espresse recentemente le sigle sindacali rappresentative, tra cui SIM Marina.

Cosa cambia per i dirigenti militari

L’introduzione dell’area negoziale comporta:

  • Riconoscimento del ruolo dirigenziale, con possibilità di valorizzare le crescenti responsabilità, sia in termini economici che di carriera.
  • Maggiore tutela dei diritti attraverso strumenti strutturati
  • Più trasparenza nelle decisioni economiche
  • Miglioramento delle condizioni di lavoro grazie al dialogo istituzionale

Come viene finanziata l’area negoziale

Il finanziamento dell’area negoziale per i dirigenti militariavviene, come per gli altri tavoli di contrattazione pubblica, su base triennale e a carico del Governo.

Tuttavia, il Decreto Legislativo 95/2017 ha introdotto una norma contestata, che prevede una forma di “autofinanziamento”: una parte degli adeguamenti annuali legati all’indice ISTAT sarebbe trattenuta direttamente dalla retribuzione dei dirigenti per finanziare l’area stessa.

Questa misura ha incontrato la netta opposizione di SIM Marina e delle altre sigle sindacali del comparto Difesa-Sicurezza, che hanno sollevato diverse criticità in merito alla sua applicazione.

A seguito delle pressioni esercitate, il Consiglio dei Ministri ha approvato, all’interno del decreto “Milleproroghe” 2025, la sospensione della norma sull’autofinanziamento fino al 2026.

Ciò significa che, anche per il prossimo anno, gli adeguamenti economici calcolati sui dati ISTAT saranno corrisposti integralmente ai dirigenti delle Forze Armate, senza trattenute.

Come funziona il tavolo di contrattazione

Il tavolo di contrattazione per l’area negoziale viene aperto presso la Funzione Pubblica alla presenza dei rappresentanti del Ministero dell’Economia e delle Finanze e delle parti in causa: l’Amministrazione Difesa, rappresentata dallo Stato Maggiore della Difesa, e i dirigenti militari rappresentati dalle Associazioni Sindacali Rappresentative.

Le parti coinvolte nella contrattazione devono raggiungere un’intesa sulla destinazione dei fondi stanziati dal Governo, tenendo conto che gli obiettivi del Governo e quelli dei dirigenti militari possono essere profondamente diversi.

La funzione centrale della contrattazione è quindi quella di trovare un punto di equilibrio, capace di soddisfare entrambe le parti e di garantire un utilizzo equo ed efficace delle risorse disponibili.

Il principio dell’equi-ordinazione

L’area negoziale per i dirigenti militari si articola su tre distinti tavoli di contrattazione:

  1. Uno per le Forze Armate
  2. Uno per le Forze di Polizia a ordinamento militare
  3. Uno per le Forze di Polizia a ordinamento civile

Una delle principali difficoltà nel raggiungimento di un accordo risiede nella necessità di garantire equità nell’applicazione degli interventi economici, a fronte delle differenze strutturali nelle competenze accessorie tra i vari ambiti.

Questo principio di equilibrio prende il nome di equi-ordinazione. In pratica, significa che un Capitano di Fregata (o un Tenente Colonnello per Esercito e Aeronautica) non dovrebbe percepire indennità sensibilmente diverse rispetto a quelle riconosciute a un Vice Questore della Polizia di Stato o della Polizia Penitenziaria, che riveste un grado equivalente.

La contrattazione deve quindi trovare un doppio equilibrio:

  • Orizzontale, tra parte datoriale e parte sociale all’interno di ciascun comparto
  • Verticale, tra i tre tavoli di contrattazione, per assicurare coerenza e parità tra figure equivalenti in contesti diversi

Questa doppia esigenza rende il processo complesso e delicato, ma indispensabile per tutelare la giusta valorizzazione delle professionalità in ogni settore.

Chi rappresenta i dirigenti militari nella contrattazione

A rappresentare i dirigenti militari al tavolo dell’area negoziale sono le Associazioni Sindacali riconosciute come rappresentative. Per essere considerate tali, le associazioni devono rispettare specifici criteri di adesione:

  • Entro il 31 dicembre 2023: almeno il 2% di iscritti tra i dirigenti militari in servizio nella Forza Armata di riferimento
  • Entro il 31 dicembre 2024: almeno il 3%

Nel caso delle APCSM interforze (Associazioni Professionali a Carattere Sindacale tra Militari), le soglie sono leggermente inferiori: 1% entro il 2023 e 2% entro il 2024.

Tra le sigle riconosciute, SIM Marina risulta essere rappresentativa sia per il triennio precedente che per quello attuale. Per questo motivo parteciperà attivamente alle trattative per il rinnovo dell’area negoziale dei dirigenti della Marina Militare.

Il paradosso: ai dirigenti militari non si applicano i benefici dei contratti dei non dirigenti

Il principio dell’equi-ordinazione tra comparti Difesa e Sicurezza è fondamentale per garantire coerenza e uniformità nel trattamento economico e normativo. Ma allo stesso modo, è altrettanto importante mantenere omogeneità all’interno della gerarchia militare e delle Forze di Polizia, per evitare disparità tra dirigenti e non dirigenti.

Con l’introduzione dell’area negoziale per i dirigenti militari, il Governo ha interrotto l’estensione automatica delle misure previste nei rinnovi contrattuali del personale non dirigente, attuati dal 2018 a oggi.
Tali interventi devono ora essere discussi e approvati separatamente all’interno dell’area negoziale, utilizzando i fondi appositamente stanziati.

Questa scelta ha comportato un danno concreto per il personale dirigente, che oggi si trova in una posizione economica e normativa svantaggiata.

Un esempio evidente è rappresentato dal contratto triennale 2022–2024 per il personale non dirigente, che ha introdotto miglioramenti significativi, tra cui:

  • Aumento della diaria di missione e conseguente incremento dell’importo previsto dalla legge 86 per i trasferimenti
  • Incremento del 180% dell’indennità supplementare di fuori sede
  • Introduzione della licenza solidale
  • Nuove tutele per la genitorialità

Queste misure non si applicano al personale con grado pari o superiore a Capitano di Corvetta (equivalente al Maggiore per Esercito e Aeronautica) fino ai gradi apicali.

Il paradosso è evidente: un Tenente di Vascello, che beneficiava di tali misure, perde questi diritti al momento della promozione, con conseguenze negative sia sul piano economico che familiare.

Lo stato attuale delle trattative per l’area negoziale

Ad oggi, le trattative relative ai trienni 2018–2020 e 2021–2023 non sono ancora state avviate, nonostante i fondi siano già stati stanziati dal Governo. Si tratta di circa 25 milioni di euro destinati all’intero Comparto Difesa – Sicurezza.

Il motivo principale del ritardo risiede nella mancanza di una normativa chiara sulla rappresentanza sindacale dei dirigenti militari per il primo triennio. In particolare, la Rappresentanza Militare decaduta non era stata inclusa nell’art. 46 del D.L. 95/2017 come parte sociale abilitata a partecipare alla contrattazione. Una lacuna che ha suscitato forti proteste da parte dei Cocer in carica all’epoca.

Per sbloccare la situazione, è urgente che il Governo prenda una decisione, ad esempio accorpando i due trienni e designando ufficialmente le Associazioni Sindacali Rappresentative come interlocutori per l’intero periodo. Questo permetterebbe, dopo otto anni di attesa, l’apertura effettiva dell’area negoziale per i dirigenti militari.

A tal proposito, SIM Marina, in quanto sigla sindacale rappresentativa dei dirigenti della Marina Militare, ha aderito a un comunicato stampa rivolto al Ministro Crosetto, con l’obiettivo di sollecitare una rapida risoluzione delle criticità normative che stanno bloccando l’avvio delle trattative.

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