Può un Paese democratico consentire una censura nei confronti di opinioni sindacali?
Incredibilmente ma non inaspettatamente parrebbe di si!
Era evidente fin dalla sua emanazione che la Legge relativa all’esercizio delle libertà sindacali nascondesse dei bocconi avvelenati.
Troppi articoli di legge lasciano spazio ad interpretazioni discrezionali, utilizzando pseudo-concetti generici, tali da poter consentire interventi potenzialmente al limite della costituzionalità da parte degli Stati Maggiori delle Forze Armate dando loro la possibilità di contenere – quasi come possibilità di arbitrio – la libertà di opinione e le critiche mosse delle sigle sindacali.
Le censure di questi giorni nei confronti delle sigle dei Carabinieri (UNARMA, SIM Carabinieri, Unione Sindacale Italiana Carabinieri e USMIA C.C) e dell’Esercito (ITALMIL) hanno palesato che la legge 46/2022 è inadatta a gestire democraticamente la sindacalizzazione militare e necessità di essere discussa e modificata al più presto.
In attesa che anche la politica faccia la sua parte SIM Marina non può che esprimere vicinanza e solidarietà ai colleghi delle sigle coinvolte e auspica che i rapporti sindacali rientrino nell’alveo della dialettica.